
Biellese di nascita, si forma nelle università di Milano e Torino. Nel 1990 ricopre la cattedra di Psicologia dello sviluppo all'Università <<La Sapienza>> di Roma. E’ autrice di saggi, articoli scientifici e testi scolatici in cui affronta i temi dello sviluppo normale e patologico, dell’educazione, della famiglia, della scuola, della comunicazione e del rapporto dei bambini con tv e nuovi media. È stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale per la Bioetica. Scrive per “La scuola dell’infanzia”, “Vita scolastica” “Prometeo”. Dirige la rivista bimestrale degli psicologi italiani “Psicologia contemporanea”.
Tra le pubblicazioni più recenti:
La sindrome Lolita. Perché i nostri figli crescono troppo in fretta. RCS 2008, BUR 2014
Chi manipola la tua mente. Vecchi e nuovi persuasori: riconoscerli per difendersi. Giunti 2010
Padri alla riscossa. Crescere un figlio oggi, Giunti 2012
A piedi nudi nel verde: Giocare per imparare a vivere (con A. Oliverio), Giunti 2011
Conta su di me. Relazioni per crescere. Giunti 2013
Più forti delle avversità. Individui e organizzazioni resilienti (con A. Oliverio). Bollati Boringhieri, 2014
Bambini e ragazzi hanno bisogno di acquisire competenza con i media digitali per poter usare il computer, internet e i social network. Ciò è incontestabile, ma spesso si dimentica che un'autentica competenza in queste forme nuove di comunicazione comporta anche la capacità di farne a meno. Bisogna infatti avere ben chiaro in mente un piano educativo generale, che comprende i nuovi media ma non si esaurisce in essI, e conoscere le esigenze dei bambini nelle diverse fasi del loro sviluppo. Le tracce che questi media lasciano negli utenti dipendono molto dallo stadio di maturazione cerebrale.
Un errore diffuso è quello di accomunare in un unico grande gruppo bambini di età molto diverse. Sappiamo che l'industria preme per l'introduzione su vasta scala dei mezzi informatici nelle classi scolastiche, nella scuola dell'infanzia e persino nei nidi.
Bisogna però chiedersi se ha senso mettere a disposizione le scorciatoie digitali a bambini che non hanno ancora padroneggiato le competenze di base. E' necessario raccontare storie ai nostri bambini e stimolarli a inventarne, prima che la loro fantasia venga inibita da un bombardamento eccessivo di film e telefilm.
Lasciarsi conquistare dalla lettura di un libro è molto più importante della partecipazione a un videogioco che in realtà propone compiti predefiniti. Ricavare da uno strumento un bel suono, un ritmo, una melodia, ha un effetto ben diverso, sulla mente plastica infantile, dall'attivare un programma musicale premendo un tasto del computer.
Per non parlare del ruolo che per tutta l'infanzia svolgono i giochi di movimento nel potenziare le abilità cognitive.
L'entusiasmo nei confronti dei media digitali e la voglia di essere up to date possono far perdere di vista i tempi dello sviluppo, che non è solo cognitivo ma anche motorio, sensoriale ed emotivo.
Gradualità dunque è la parola chiave.
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